Recupero crediti aziendale in Tunisia: Pignoramento, Liquidazione o Riorganizzazione, quale conviene davvero?
08.06.2025, Pignoramento, Liquidazione o Riorganizzazione. Analisi comparativa basata su dati internazionali.
Nel contesto economico attuale, sempre più esposto a shock finanziari, crisi settoriali e fallimenti d’impresa, la gestione dell’insolvenza aziendale assume un ruolo determinante. Una procedura di insolvenza efficace deve consentire ai creditori di recuperare il maggior valore possibile, garantire continuità ove economicamente sostenibile e ridurre al minimo l’impatto sistemico. A livello globale, i tre principali approcci giuridici sono: pignoramento, liquidazione e riorganizzazione. Ciascuno di questi modelli risponde a logiche differenti e presenta vantaggi e limiti, che influenzano in modo decisivo l’efficienza economica e legale di un ordinamento.
Secondo lo studio “Debt Enforcement Around the World” (Djankov et al.), basato su un’analisi empirica di 88 sistemi legali, l’efficienza delle procedure varia notevolmente a seconda della scelta prevalente di approccio. Ogni modello implica una diversa distribuzione del rischio, dei costi e del controllo decisionale, con conseguenze tangibili per i creditori, i debitori e l’intero sistema economico.
La procedura di pignoramento – o “esecuzione forzata” – è la più diretta. Prevede che il creditore garantito possa prendere possesso del bene ipotecato o garantito ed eventualmente venderlo per soddisfare il proprio credito. In molti Paesi di common law, come il Regno Unito o gli Stati Uniti, l'esecuzione forzata può essere attivata anche extragiudizialmente, riducendo tempi e costi. Questo approccio è particolarmente efficace quando l’impresa è indebitata ma non più economicamente recuperabile, oppure quando l’unico asset rilevante è già oggetto di garanzia.
Il vantaggio della pignoramento risiede nella rapidità e nella certezza del risultato: il creditore garantito riesce a recuperare almeno una parte del suo credito, spesso in pochi mesi. Tuttavia, il limite principale è che questa procedura non considera il valore potenziale dell’impresa nel suo complesso. La vendita di un singolo asset – ad esempio un immobile o un macchinario – può generare un valore significativamente inferiore rispetto alla conservazione e ristrutturazione dell’intera attività economica. Inoltre, in ordinamenti dove il pignoramento è l’unico strumento attivabile, i creditori non garantiti (fornitori, dipendenti, fisco) vengono spesso esclusi dal processo di recupero.
Diverso è l’approccio della liquidazione, ovvero la liquidazione giudiziaria. Qui l’obiettivo è chiudere l’impresa, vendere tutti i suoi asset – in blocco o separatamente – e distribuire il ricavato ai creditori secondo l’ordine delle prelazioni. È la forma più tradizionale di procedura concorsuale ed è applicata in quasi tutti i sistemi giuridici. I vantaggi della Liquidazione consistono nella chiarezza della procedura e nell’uniformità del trattamento per tutti i creditori. Tuttavia, il limite è evidente: la disgregazione dell’azienda distrugge valore. Secondo lo studio citato, nei Paesi dove prevale la Liquidazione, il tasso medio di recupero del credito scende sotto il 40%, mentre nei sistemi più avanzati supera il 70%.
La terza via è rappresentata dalla Riorganizzazione (o ristrutturazione giudiziale), che mira a mantenere l’azienda in vita attraverso una rinegoziazione del debito e un piano di rilancio, sotto la supervisione del tribunale. La Riorganizzazione è oggi considerata la procedura più sofisticata, perché tiene conto del valore futuro dell’impresa e dell’importanza economica e occupazionale della continuità aziendale. Viene ampiamente utilizzata negli Stati Uniti (Chapter 11), in Finlandia, nei Paesi Bassi e in altri ordinamenti modernizzati.
Il limite principale della riorganizzazione è la complessità. Richiede un sistema giudiziario efficiente, la cooperazione dei creditori, la presenza di advisor finanziari e legali esperti, e una struttura normativa avanzata. Nei Paesi dove questi elementi mancano, la riorganizzazione può trasformarsi in un processo lungo, costoso e facilmente manipolabile da parte del debitore, a scapito dei creditori.
Dal confronto emerge che non esiste una procedura universalmente migliore, ma la scelta dipende dalla combinazione di fattori quali: la struttura economica del Paese, la qualità del sistema giudiziario, la presenza di garanzie mobiliari e immobiliari, la cultura imprenditoriale e il grado di specializzazione dei professionisti coinvolti.
Tuttavia, alcuni dati indicano con chiarezza che i sistemi dove la Liquidazione è ben regolata e applicabile in tempi rapidi tendono a produrre risultati migliori in termini di valore recuperato, mantenimento dell’occupazione e attrattività per gli investimenti esteri. Quando possibile, evitare la disgregazione del valore aziendale attraverso pignoramento o liquidazione e privilegiare la continuità operativa si dimostra, nel lungo termine, economicamente più vantaggioso per il sistema.
Allo stesso tempo, l’efficienza del pignoramento può essere determinante in mercati con accesso limitato al credito, dove è fondamentale garantire al creditore un meccanismo rapido ed efficace di tutela. In questi contesti, l’introduzione di strumenti extragiudiziali e automatizzati di pignoramento rappresenta una misura concreta per rafforzare la fiducia nei finanziamenti garantiti.
La liquidazione, infine, resta uno strumento indispensabile nei casi in cui l’impresa sia economicamente non più sostenibile, ma la sua applicazione indiscriminata può causare un danno collettivo se non affiancata da alternative riorganizzative.
Nel definire la strategia di recupero crediti, è quindi essenziale che il legislatore, il giudice e il consulente legale valutino caso per caso quale modello applicare. Non si tratta solo di una scelta procedurale, ma di una decisione con impatto sistemico: economico, sociale e giuridico.
In conclusione, l’approccio più efficiente non è quello che chiude prima, ma quello che recupera più valore, distribuisce in modo equo tra i creditori, e – quando possibile – mantiene viva l’impresa. Un sistema moderno dovrebbe offrire tutte e tre le opzioni – pignoramento, liquidazione e riorganizzazione – e saperle applicare in modo coerente e tempestivo, in base alla reale sostenibilità dell’impresa e alle caratteristiche del caso concreto.
Djankov, S., Hart, O., McLiesh, C., & Shleifer, A. Debt Enforcement Around the World. Journal of Political Economy, 116(6), 1105–1149.